Background
Il gruppo intergovernativo ONU sui cambiamenti climatici (IPCC) stima che per il 2030 è necessaria una riduzione del 60% delle emissioni di gas a effetto serra per raggiungere un obiettivo di non più di un aumento di 3° C del livello di temperatura globale della terra (IPCC (gruppo intergovernativo sul clima 2007). L’industria del trattamento delle acque reflue deve svolgere un ruolo importante nel raggiungimento di questo ambizioso obiettivo, poiché negli ultimi decenni il consumo di energia è cresciuto considerevolmente, sia attraverso aumenti del volume trattato che mediante l’implementazione di nuove tecnologie volte a raggiungere qualità di effluenti più elevate (Nakagawa et al. , 2006). Inoltre, non dovremmo dimenticare che ridurre l’impronta di carbonio del WWTP non è solo una questione ambientale; ci sono anche importanti ripercussioni economiche ( Ko et al ., 2004; Gill et al., 2011).
In tale contesto, diversi Paesi non sono ancora in linea con la direttiva quadro sulle acque (2000/60 / CE) che ha fissato il 2015 come termine per il raggiungimento di un “buono stato” per tutte le acque e con la “direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane” (91 / 271 / CEE e 98/15 / CE) , che definisce requisiti rigorosi per gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e per determinate industrie. L’Italia, ad esempio, non riesce a trattare quasi il 40% delle acque reflue (cfr. Global Water Intelligence – rapporto 2017) causando gravi danni all’ambiente e all’economia e ha già ricevuto dall’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) una serie di procedure di infrazione negli anni passati per “scarsa” capacità di trattare le acque reflue. Altri paesi europei affrontano problemi simili (Spagna, Francia, Grecia, Regno Unito e Irlanda, ecc.). Pertanto, se già oggi il consumo energetico del settore WWT è elevato, si prevede che nel prossimo futuro , quando i Paesi europei saranno conformi alle Direttive UE, questo consumo di energia mostrerà un aumento significativo a causa di un volume di acqua trattata più elevato, nonché all’adozione di nuove tecnologie volte a produrre effluenti di qualità superiore. Inoltre, l’impatto della nuova direttiva sulle sostanze pericolose per i contaminanti tossici farà aumentare ulteriormente il consumo di energia.
Per affrontare questa sfida, l’Agenzia europea dell’ambiente ha pubblicato le seguenti raccomandazioni per l’ottimizzazione del trattamento delle acque reflue:
– Migliorare l’efficienza mediante la riduzione del consumo di acqua, la minimizzazione della generazione di acque reflue, la riduzione delle perdite, il riciclaggio e il trattamento decentralizzato.
– Ridurre il consumo di energia mediante l’eliminazione delle inefficienze di processo, l’introduzione delle migliori pratiche disponibili, i processi innovativi, i controlli automatizzati e le tecnologie di aerazione più efficienti.
Tenendo conto del fatto che in un impianto WWT tra il 50% e il 60% del fabbisogno energetico è prodotto dai sistemi di aerazione, con questo progetto si intende contribuire al miglioramento e all’ottimizzazione del trattamento delle acque reflue proprio mediante dell’efficienza di tali sistemi di aerazione nella fase secondaria o biologica.